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  • Pamela Turchiarulo

Eccezzziunale...veramente!!


Quando si fa un mestiere come il nostro, non è certamente evento raro sentirsi porre una domanda sulla eccezionalità o meno di un fenomeno meteorologico, specie se di particolare intensità. Nella migliore delle ipotesi, il curioso avventore cerca conferma di una sua sensazione a riguardo, pur certo in cuor suo che si tratti in realtà di risposta assolutamente retorica, ma talvolta la sicurezza del proprio pensiero può arrivare ad essere così forte da rendere inaccettabile una qualsiasi confutazione della propria teoria. “Perché – sono sicurissimo – delle piogge del genere a Milano non si vedevano da almeno sei anni, dalla sera in cui avevamo organizzato quella cena tutti insieme e non riuscivamo nemmeno ad uscire di casa perché la città era completamente paralizzata …”. Vai a spiegargli che è proprio il fatto di aver legato quell’evento ad un ricordo personale ad averne condizionato per sempre la sua percezione. Non lo convincerai mai. Men che meno se si tratta di un giornalista, che per l’articolo su quel temporale “eccezionale” del giorno precedente ha già in mente nella sua testa un rocambolesco titolo ad effetto.


Eppure di fenomeni meteorologici eccezionali, perlomeno per la scarsa frequenza spazio temporale con cui si presentano, a volte ne accadono per davvero e, fortunatamente, non è sempre con conseguenze negative che l’atmosfera è pronta a sorprenderci.


Avete mai sentito parlare, ad esempio, delle nubi tubolari o ‘a rullo ’? No, non si tratta della fantomatica arma spaziale di qualche robot direttamente uscito da un cartone animato degli anni ’80, ma di formazioni nuvolose allungate e assai rare, che possono formarsi nelle vicinanze di un fronte freddo in avanzamento per effetto del sollevamento e successivo raffreddamento dell’aria umida indotto dalle correnti discendenti di un temporale. Perché il loro sviluppo sia possibile, è tuttavia necessario che tale processo avvenga in maniera uniforme lungo un fronte esteso. Ma se la loro formazione è già cosa rara, ancora di più lo è il poterle osservarle nitidamente, essendo spesso nascoste tra le altre nubi del vasto sistema temporalesco a cui sono associate. Nella categoria delle nubi a rullo rientrano anche le “morning glory”, così dette in quanto la loro formazione avviene prevalentemente all’alba; si tratta di nuvole spesse fino a 2 km e lunghe talvolta fino a 1000, che, in condizioni favorevoli, possono generarsi in prossimità di zone costiere con rilievi alle spalle per effetto dello scontro di più masse d’aria con particolari caratteristiche di pressione, temperatura e umidità. Se ancora doveste pianificare le vostre vacanze e voleste giocarvi la vostra chance di essere fortunati spettatori di questo più unico che raro fenomeno meteorologico sappiate che Burketown, nel Queensland australiano, risulta il luogo ideale per avvistare queste bizzarre formazioni.


Per chi non ha la fortuna di poter volare dall’altra parte del mondo, ecco però che anche uno dei fenomeni atmosferici ritenuti in genere più fastidiosi come la nebbia, può inaspettatamente regalare fascinosi scenari. Il suo nome è ‘fogbow’, “arcobaleno di nebbia” e come per gli arcobaleni tradizionali, la caratteristica forma dell’arco è causata da minuscole goccioline d’acqua presenti nell’aria, disposte nella migliore angolazione per riflettere la luce del sole all’osservatore. La sua particolarità è però quella di essere acromatico, poiché le goccioline di acqua che compongono la nebbia hanno dimensioni inferiori a 0,05 mm, caratteristica che non permette loro di agire come dei prismi separando le diverse lunghezze d’onda che compongono lo spettro del visibile e dunque i diversi colori.



Chi volesse stupire il partner in occasione di una serata speciale può invece contare sul romantico spettacolo di un arcobaleno lunare (‘moonbow’). La sua formazione è del tutto simile a quella di un classico arcobaleno, ma gli ingredienti necessari sono in questo caso una luna piena ad una certa altezza rispetto alla superficie terrestre ed un temporale in esaurimento. Se doveste decidere di andarne a caccia, ricordatevi però di portare con voi anche una macchina fotografica a lunga esposizione o i vostri intenti andranno in fumo poiché la luce lunare è troppo fioca per permettere l’osservazione dei colori dell’arcobaleno ad occhio nudo. Nel mondo, i posti migliori per assistere ad un arcobaleno lunare sono lo Yosemite National Park, in California, le cascate di Cumberland, vicino a Corbin, nel Kentucky o le cascate Vittoria in Africa, al confine tra Zambia e Zimbabwe. Ma se il viaggio vi risultasse troppo impegnativo, potete comunque accontentarvi del Lago Plitvice, in Croazia.


In una piccola area del nord-ovest del Venezuela, dove il fiume Catatumbo sfocia nel Lago di Maracaibo, si può ammirare un altro dei fenomeni atmosferici più affascinanti che la natura offra. La zona ha una topografia estremamente particolare poiché il lago è circondato su tre fronti da catene montuose; quando l’aria calda e umida in ingresso dall’unico lato aperto del bacino si scontra con le masse d’aria più fredde in discesa dai rilievi si genera un enorme ammasso di nuvole temporalesche in grado di creare un vero e proprio arco voltaico,che arriva a produrre più di 280 fulmini in un'ora. I flash prodotti da questo incredibile fenomeno sono talmente luminosi, da essere visibili fino a 250 miglia di distanza e proprio per tale motivo sono stati sfruttati per secoli dai navigatori caraibici, che gli attribuirono il nome di "Faro di Catatumbo".


A proposito di fulmini, avete mai sentito parlare di quelli ‘vulcanici’? Bellissime foto sono state scattate negli ultimi anni su questo fenomeno in occasione delle recenti eruzioni del vulcano Chaitèn in Cile, del Sakurajima in Giappone e del Eyjafjallajökull in Islanda. Ma di cosa si tratta? Come è noto, il fulmine non è altro che una scarica elettrica tra due zone in cui sono presenti cariche di segno opposto; condizioni necessarie perché si possa generare sono dunque la presenza di particelle cariche, come quelle emesse durante un’eruzione vulcanica, che si elettrificano per reciproca collisione e un qualche meccanismo a monte che ne determini la separazione per segni opposti; nel caso dei fulmini vulcanici, ancora poco conosciuti, il fatto che si sviluppino in prossimità delle bocche del vulcano farebbe pensare che vi siano all’interno di quest’ultimo processi, attivi proprio prima dell’eruzione, che possano indurla.


La lista delle rare meraviglie che l’atmosfera può regalarci potrebbe continuare ancora, ma forse questa breve rassegna può già bastare a dare un’idea di quanto possano essere talvolta veramente ‘eccezionali’; almeno quanto un cielo azzurro in una fresca e ventilata giornata d’estate. Specie di questi tempi.

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