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  • Susanna Di Lernia

Questo vento agita anche me


Anche se l’espressione Vento di Primavera viene ormai associata ad un famoso film di qualche anno fa che non parla né di vento né di primavera, e anche se nell’immaginario collettivo primavera è sinonimo di fioriture, clima mite e giornate di sole, sarebbe più corretto affermare che la primavera - nota per la sua spiccata e repentina variabilità - è al contrario una stagione particolarmente ventosa.

Le perturbazioni che, in primavera, giungono frequenti sul nostro Paese, infatti, sono nella maggior parte dei casi anticipate da venti caldi meridionali, come Scirocco o Libeccio, e seguite da venti più freschi settentrionali, tra cui Maestrale e Tramontana.

La nostra penisola, in particolare, è visitata da una ricca varietà di venti: Bora, Maestrale, Tramontana, Libeccio e Scirocco, solo per citarne i più importanti. Al loro arrivo, i venti portano con sé forti variazioni di temperatura, umidità, pressione ed elettricità atmosferica.


Queste alterazioni, di solito piuttosto brusche, ci richiedono un notevole sforzo di adattamento in tempi piuttosto rapidi e scatenano in soggetti meteorosensibili vere e proprie anemopatie (dal greco anemos = vento + patheia = malattia).

Esiste un legame tra le condizioni atmosferiche e i processi fisiologici del nostro organismo e, tra i fenomeni meteorologici che esercitano una certa influenza su di noi, il vento è certamente il più fastidioso; i malesseri che molte persone lamentano nelle giornate ventose spaziano dal semplice nervosismo ad una più seria irritabilità, da problemi di insonnia a forti cefalee.

Questo avviene, in parte, perché gli ioni positivi, di cui si carica l’atmosfera in presenza di vento, interferiscono con gli impulsi elettrici alla base della nostra attività cerebrale.


I diversi venti che soffiano in Italia e i loro effetti sul nostro organismo


La Bora è un vento molto freddo che proviene da nordest e che soffia con raffiche violente (fino a 130 km/h): se proviene dalla Siberia, giunge sull'Adriatico come vento rigido ma secco (Bora chiara). Se invece le correnti che raggiungono l'Adriatico sotto forma di Bora provengono dal Nord Atlantico, il vento - pur essendo meno freddo - è molto umido e piovoso (Bora scura). La Bora chiara, portando un brusco e intenso raffreddamento, può risvegliare nevralgie e favorire l’insorgere di malattie cardiovascolari e di affezioni broncopolmonari. La Bora scura, essendo invece un vento umido, è nota per essere nociva per chi soffre di asma e di reumatismi.

Tra i venti umidi il più noto è, senza dubbio, il Libeccio, le cui correnti sudoccidentali investono le coste della Liguria, della Toscana e del Lazio, dove spesso scatena violente mareggiate (le "libecciate", appunto). È di solito accompagnato da un sensibile calo della pressione atmosferica, circostanza che contribuisce ad aggravare eventuali dolori reumatici.

La palma per il vento più deleterio per il nostro organismo, però, se la contendono il Foehn e lo Scirocco.

Il Foehn, che in realtà non è un vento ma un effetto (effetto favonico), si genera dalla discesa di una massa d’aria precedentemente sollevatasi per superare un rilievo montuoso. Il vento di caduta che ne deriva è quindi secco e tendenzialmente caldo, caratterizzato da un'elevata carica positiva, la quale può avere un'influenza nociva sul nostro sistema nervoso. Uno studio statistico condotto in Svizzera ha correlato le giornate di Foehn con un aumento del numero di suicidi, omicidi e aggressioni; in Austria alcuni reati minori, causati da iperaggressività, sono addirittura depenalizzati quando si verificano in concomitanza con la presenza di questo vento.


Lo Scirocco è un vento meridionale caldo, che provoca enormi sbalzi di temperatura e che può generare problemi al nostro sistema di termoregolazione.

In particolare, in quella che viene chiamata "sindrome da Scirocco", provoca eccitazione e forti istinti di aggressività. Il vento proviene dal Nord Africa e un tempo, secondo alcune credenze popolari siciliane, era ritenuto foriero di disgrazie e malattie. Queste credenze affondavano le proprie radici nel lontano passato, quando il Nord Africa era sede permanente di focolai di malattie infettive endemiche i cui germi venivano trasportati verso il Sud dell'Italia da zanzare e moscerini, pessimi volatori ma molto abili nello sfruttare le correnti aeree sciroccali.

Così scriveva anche Thomas Mann a proposito dello Scirocco in Morte a Venezia: "Più egli andava più si sentiva depresso per la nocività dello Scirocco, uno stato combinato di ipereccitazione e di abbattimento, una specie di angoscia uscita dai suoi pori".


Di là dagli effetti collaterali appena descritti, c’è un aspetto certamente poetico e accattivante del vento, motivo per cui è spesso protagonista e ispirazione di tante pagine della letteratura mondiale, dell’arte e della musica. È un’importante fonte di energia “pulita” e senza di esso alcuni luoghi sarebbero molto diversi da quelli che sono.

A Trieste, per citarne uno, essendo la Bora una delle caratteristiche più famose della città, è stato inaugurato nel 2004 il Magazzino dei Venti, a partire dal quale è in atto il progetto di creare un vero e proprio Museo della Bora e del Vento e tra i cui scopi c’è quello di proporre iniziative artistiche, culturali e scientifiche ispirate direttamente o indirettamente alla Bora e al vento.

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