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  • Samantha Pilati

Estremamente estate



Dopo un periodo caratterizzato da una notevole ondata di caldo per il persistere dell’Anticiclone Africano, le regioni centro-settentrionali sono state interessate invece, negli ultimi giorni, da temporali diffusi, localmente anche di forte intensità.



I primi fenomeni intensi si sono registrati nel corso del fine settimana tra Piemonte, Lombardia e Veneto; nella giornata di ieri, invece, le zone più colpite da temporali, grandinate (spesso con chicchi di grosse dimensioni) e downburst sono state le regioni centro-adriatiche.



Anche se a molti potrà sembrare strano, tutti questi fenomeni temporaleschi violenti sono strettamente correlati al caldo dei giorni precedenti. D’altronde chi non ricorda nella propria vita almeno una giornata caratterizzata da un clima particolarmente afoso e opprimente conclusasi con un forte temporale?


Quest’ultimo può avere origini diverse: vi sono temporali frontali, orografici o di calore; in ogni caso, però, la nube temporalesca (chiamata cumulonembo) si sviluppa per il sollevamento di aria molto calda e umida, la quale condensa durante il moto ascendente. Durante il processo di condensazione viene rilasciata energia, che fornisce una spinta verso l’alto, favorendo un ulteriore sviluppo verticale della nube stessa: più l’aria è inizialmente calda e umida, maggiore sarà l’energia rilasciata e maggiore sarà anche, quindi, lo sviluppo verticale del cumulonembo.


All’interno della nube temporalesca vi sono correnti ascendenti e discendenti, dalle quali dipendono i meccanismi di formazione di piogge particolarmente intense, grandine, raffiche di vento o addirittura trombe d’aria: più queste correnti sono forti e più è elevato lo sviluppo verticale del cumulonembo, maggiore sarà la possibilità che si verifichi qualcuno dei fenomeni estremi sopracitati.



Un elemento caratteristico dei temporali è l’attività elettrica, cioè la presenza di fulminazione. Anche per quello che concerne i fulmini lo sviluppo verticale del cumulonembo è importante: essi difatti tendono ad essere più pericolosi tanto più grande è la distanza percorsa, essendo stati generati da una differenza di potenziale maggiore.


Non è possibile prevedere con assoluta precisione quando e dove avverranno grandinate o trombe d’aria, che riguardano spesso delle aree molto circoscritte. Tuttavia esistono diversi indici, ricavabili dai modelli meteorologici o dai radiosondaggi, che indicano la possibilità che tali fenomeni avvengano. Tra questi il Lifted Index, che misura la stabilità dell’aria (in °C); l’acqua precipitabile, che indica il contenuto di vapore acqueo della colonna d’aria; il CAPE, strettamente legato all’energia della massa d’aria.



E’ quindi abbastanza inevitabile che, dopo un intenso periodo di caldo, si manifestino temporali violenti; e, considerato che negli ultimi anni le ondate di calore si verificano con una frequenza sempre maggiore, dovremo abituarci anche ad un aumentare di questi fenomeni.

E ci si dovranno abituare anche gli amanti del caldo estremo…


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