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  • Pamela Turchiarulo

Altissima, purissima... Sanissima!


Avete mai sentito parlare di ‘montagnaterapia’? Si tratta di un approccio terapeutico e socio educativo finalizzato a sviluppare le potenzialità emotive e a regolare la risposta psicofisica degli individui sfruttando i benefici della montagna. Che il clima montano ed in particolare l’aria che lo caratterizza siano un toccasana per il nostro organismo non è certamente solo una massima tramandata di generazione in generazione. Tutti sanno che l’aria di montagna è generalmente migliore di quella di pianura e delle aree urbane in particolare; quello che invece è probabilmente meno noto è che tale considerazione non ha a che fare esclusivamente con l’inquinamento, ma anche con precise caratteristiche che rendono l’aria di alta quota più salutare non solo di quella della città, ma anche di quella di campagna.

I benefici del clima di montagna non dipendono soltanto dalla quota del luogo, ma anche dalla posizione geografica e dalle caratteristiche del paesaggio circostante. Un fattore di rilevante importanza nel determinare le condizioni climatiche di una località montana è la sua localizzazione rispetto alla peplopausa, uno strato di 300 m circa situato nella troposfera ad un’altezza compresa tra i 1200 e i 1800 m sul livello del mare. In ambiente montano, essa delimita delle zone caratterizzate da una temperatura mite, una ridotta umidità e una giusta intensità della radiazione solare, rendendole così particolarmente gradevoli da un punto di vista climatico.

Ma non è tutto. La rarefazione dell'aria oltre i 1200 m di quota tende a creare una carenza nella quantità di ossigeno incamerato dal corpo, per sopperire alla quale l’organismo produce più globuli rossi; tale attività è peraltro favorita dalla presenza in atmosfera di ferro e arsenico, contenuti in grande quantità nei vegetali delle località montane. Ciò porta ad una massimizzazione dell’ossigenazione dei tessuti e degli organi vitali del nostro corpo, benefica per tutti, ma in particolare per gli anemici.


Vi è poi un altro aspetto, meno noto ma non meno importante, che rende l’aria di montagna particolarmente benefica per la salute: si tratta della concentrazione di ioni negativi, gli anioni. In condizioni naturali, l’aria è essenzialmente neutra da un punto di vista elettrico: il numero di ioni positivi e negativi cioè si equivale. Il pullulare, specie in aree urbane, di linee elettriche, ripetitori, radiotrasmettitori, elettrodomestici, genera l’immissione nello spazio di un’enorme quantità di ioni positivi, fonte di svariati disturbi quali cefalee, insonnia e nervosismo. Al contrario, come dimostrato da numerose ricerche, elevate quantità di ioni negativi hanno effetti benefici sull’organismo. Per comprendere quanto le alte quote possano essere “salubri” da questo punto di vista, basti pensare che la concentrazione media di ioni negativi in montagna è nell’ordine di 1 miliardo/m3, contro gli appena 20 milioni/ m3 di una città.

Salendo d'altezza, l'aria tende infine a divenire sempre più pura; gli allergeni diminuiscono e, al di sopra dei 1500 m di altezza anche gli acari scompaiono, non trovando più quel tasso di umidità che rende possibile la loro incontrollata proliferazione; anche asmatici ed allergici possono dunque trovare qui enorme sollievo. Ma tra le numerosissime patologie, più o meno rare, su cui l’aria di montagna ha dimostrato di avere effetti benefici se ne trovano anche alcune la cui diffusione è certamente molto più estesa, come sovrappeso, emicrania e stress.

Se da una parte tutti conoscono l’importanza di condurre una regolare attività fisica, non così risaputo dall’altra è che, se questa avviene in montagna, i benefici possono essere moltiplicati sia dall’altitudine che dall’asperità dei percorsi montani. Lo sforzo che comporta una semplice camminata in montagna permette di perdere peso o anche solo di mantenersi in forma senza apportare grandi modifiche al proprio regime alimentare. Camminare in salita brucia infatti intorno al 40% di grassi, differentemente dal correre in piano, attività per la quale il corpo attinge soprattutto alle riserve di energia che arrivano dai carboidrati; correre in piano comporta infatti uno sforzo maggiore, che richiede l’utilizzo di zuccheri semplici, mentre la minore energia necessaria per camminare in salita viene ottenuta dall’organismo proprio bruciando le riserve dei grassi, con conseguente abbassamento dei livelli di colesterolo cattivo nel sangue e miglioramento dell’attività respiratoria e cardiovascolare.

Non da ultimo, essere circondati dalla natura, respirare aria pulita e rarefatta lontano dal caos e dallo smog cittadino, ascoltare il silenzio, lasciare spaziare lo sguardo tra le caratteristiche combinazioni di colori, è un’ esperienza che contribuisce al benessere psichico oltre che fisico dell’individuo; in queste condizioni il cervello è infatti stimolato alla produzione di serotonina, nota come “ormone della felicità”. Il clima e la maggiore tranquillità favoriscono inoltre il sonno e una parallela accelerazione del metabolismo.

Ma, a fronte di tanti benefici, esiste anche qualche controindicazione? Una effettivamente sì e concerne la diminuzione con la quota della pressione atmosferica, che comporta una riduzione della pressione parziale dei gas nell’aria inspirata, e quindi una minore ossigenazione del sangue a livello degli alveoli, a cui l’organismo reagisce con meccanismi di compensazione quali l’aumento della ventilazione polmonare, della frequenza e della gittata cardiaca. In soggetti cardiopatici questo può rappresentare un limite, comunque superabile mantenendosi al di sotto di una certa quota.


A conti fatti insomma, sul fatto che l’ambiente montano sia un autentico toccasana per corpo e spirito pare ci siano veramente pochi dubbi. Dopotutto, le lacrime di Heidi a Francoforte un qualche sospetto a riguardo ce lo avevano insinuato già in tenera età.

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