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  • Pamela Turchiarulo

Che tempo farà a Natale?


Nella tradizione popolare, in tutti gli ambiti della vita, vige il principio di compensazione, secondo cui esisterebbero sostanziali quantità date e giuste di bene e di male, di bello e di brutto, di felicità e di infelicità, ripartite in modo vario lungo un periodo, al termine del quale positivo e negativo si bilancerebbero restituendo quantità stabili. Proverbi e leggende sono spesso impostati su questo tipo di logica e quelli legati alla meteorologia non fanno certo eccezione. Così il bello e il brutto tempo o il caldo e il freddo sono, secondo questa visione dal sapore a metà strada tra il karmico e l’astrologico, quantità date, che alla fine dell’anno meteorologico devono in qualche modo bilanciarsi. Del resto, come dice il proverbio: “né caldo né gelo rimasero in cielo”.

Qualora questo non accada e un anno – sarà forse per colpa di un Saturno opposto? - risulti fortemente sbilanciato, ecco che allora prontamente intervengono quelli successivi, ora freddi ora caldi, ora di abbondanza ora di carestia, a creare una compensazione e a far riquadrare i conti di una logica che non ammette errori, al pari di una scienza esatta. Prova ne sono anche molti modi di dire della gente di campagna, spesso rimasta più legata alle tradizioni popolari e che ancora talvolta lascia trapelare questa filosofia di vita attraverso espressioni come: “Ci s’avanza ancora il vino di tre anni”. E certo. Perché se per tre anni, a causa di condizioni meteorologiche avverse, il vino non è venuto buono siamo ovviamente in credito - nientemeno che con il Padre Eterno, del resto i conti si fanno sempre col padrone – di raccolti che possano ristabilire il giusto equilibrio del dare e avere.

In barba ai più sofisticati modelli matematici, secondo il folclore popolare, il principio di compensazione risulta utile anche per la formulazione delle previsioni meteorologiche. Così, come sentenzia il proverbio “Sole sugli ulivi, acqua sulle uova”, se la domenica delle Palme è bel tempo, conviene attrezzarsi da subito per programmi pasquali al coperto. E, a ben vedere, per gli amanti della pianificazione a lungo termine, non serve nemmeno attendere così tanto, poiché già dal 25 dicembre è possibile organizzare i prossimi programmi primaverili: “Natale al sole, Pasqua al tizzone”, ovvero se a Natale è bel tempo, a Pasqua farà freddo. Il ragionamento non fa una piega e non credo esista meteorologo sulla faccia del Pianeta che non sarebbe disposto a giurare fedeltà eterna ad un modello dalle così lungimiranti certezze.

Ma la realtà, ahimè, è ben altra. E così, la verità è che per sapere se quello che ci attende sarà un bianco Natale o se la prossima Pasqua potremo sfoggiare i nuovi acquisti primaverili, dovremo attendere. Quanto sarà il contesto meteorologico del momento a dircelo. Se saremo in un periodo di stabilità si potrà azzardare qualche più o meno verosimile ipotesi già una manciata di giorni prima, ma se viceversa sarà l’instabilità atmosferica a farla da padrone, per sapere che tempo farà a Natale, dovremo allora rassegnarci ed aspettare fino all’apertura dell’ultima casellina del calendario dell’avvento.

Dite la verità, un po’ ci avevate sperato in una risposta differente; del resto l’idea di aver sempre tutto sotto controllo, tempo compreso e di poter organizzare la propria vita senza troppe sorprese ci appare sempre piacevolmente rassicurante. Ma in fondo, se può tollerare tutta questa incertezza persino Babbo Natale, che deve farsi migliaia di km di slitta viaggiando per i cieli di mezza Europa per portarvi le sospirate strenne, allora forse, tutto sommato, possiamo farcela anche noi. O no?

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