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  • Pamela Turchiarulo

Atmosfera olimpica


Avrà ufficialmente inizio venerdì 9 febbraio, nella contea di Pyeongchang in Corea del Sud, la 23esima edizione dei Giochi Olimpici Invernali. In un anno la cui estate, almeno calcisticamente parlando, di tinte azzurre ne vedrà - ahimè - ben poche, questa rappresenta un’ottima occasione non solo per una bella abbuffata sportiva, con 17 giorni di competizioni, 42 paesi in gara e 102 medaglie in palio da distribuire in 15 diverse discipline, ma anche per rispolverare un po’ di sano spirito patriottico.

Si tratta storicamente della seconda olimpiade ospitata dalla Corea del Sud dopo l'edizione estiva del 1988, disputatasi nella capitale Seul. Ma se, forse per via della sua collocazione geografica dal sapore orientaleggiante, non riesce difficile immaginare questa terra esotica quale sede di una regata di vela, di una maratona stracittadina, o di una partita di hockey su prato, lo è probabilmente di più figurarsela sullo sfondo imbiancato di una gara di combinata nordica.

In realtà, se il clima estivo della Corea del Sud è effettivamente molto caldo e afoso, grazie all’afflusso di correnti meridionali di origine tropicale, quello invernale è al contrario decisamente freddo, pur non essendo la latitudine del Paese particolarmente elevata (il confine con la Corea del Nord si colloca intorno al 38° parallelo, più o meno la latitudine di Palermo), a causa dell’azione di intensi venti di origine siberiana provenienti dal continente asiatico. L'inverno è particolarmente gelido al nord (la contea di Pyeongchang si trova nel nord-est del Paese), specie nelle regioni interne, dove le temperature in febbraio si attestano generalmente su valori medi di qualche grado al di sotto dello zero, ma, durante le ondate di freddo più intense, possono scendere anche fino a oltre i -20 °C. Per quanto riguarda le precipitazioni, se luglio e agosto sono i mesi più piovosi dell’anno, al contrario quelli invernali risultano in genere particolarmente secchi, secondo un regime pluviometrico opposto a quello mediterraneo.

La porzione nord-orientale del Paese, geomorfologicamente montuosa, è in realtà abbastanza nevosa durante il periodo invernale, poiché il clima rigido favorisce la caduta dei fiocchi fino a quote basse. Per questo motivo, la zona è anche particolarmente ricca di piste da sci ed impianti di risalita ed è stata appunto scelta quale sede dei prossimi Giochi Olimpici Invernali.

Ma non tutte le ciambelle vengono col buco. E nemmeno i pentagoni, a dirla tutta. Prova ne è l’Olympic Stadium di Daegwallyeong, una struttura temporanea costruita ad hoc nella quale, oltre ad assegnarsi le medaglie, si svolgeranno le cerimonie di apertura e di chiusura delle olimpiadi coreane. Durante la realizzazione dello stadio, gli organizzatori ne avevano richiesto la copertura, ma la mozione non è stata accolta per risparmiare tempo e denaro. Salvo poi correre ai ripari – mai frase fu più azzeccata - quando nel novembre scorso, mese di certo climaticamente più mite di quello attuale, mentre assistevano ad un concerto all’interno della struttura, sei spettatori sono stati colti da ipotermia.

E così, per permettere a pubblico e autorità di permanere all’interno dello stadio per almeno 4-5 ore, tempo stimato di durata di ciascun cerimoniale olimpico, senza trasformarsi prima in qualche disneyano protagonista di Frozen, le autorità coreane hanno predisposto la consegna di coperte, impermeabili e scaldamani ad ogni spettatore, dotando parallelamente in tempo record lo stadio di schermature anti-vento per ripararlo dell’arrivo delle gelide correnti settentrionali.

Come è noto, infatti, nel range delle basse temperature la sensazione di freddo aumenta in presenza di vento, poiché questo rimuove il sottile strato di aria tiepida che si forma sopra la nostra pelle esponendo quest’ultima in misura maggiore all’ambiente esterno. Non esattamente un “caloroso” benvenuto dunque quello che attende spettatori e atleti, pronti a sfilare in gran parata alle 20.00 ora locale del 9 febbraio nella cerimonia che porterà all’accensione del braciere olimpico.

E così, se per i Giochi di Sochi in Russia del 2014, gli organizzatori hanno dovuto fare scorta di neve con largo anticipo, poiché la città si trova sul Mar Nero, una delle parti più calde del Paese ed era quasi tempo di primule a Vancouver, in Canada, durante i Giochi Olimpici invernali del 2010, a causa delle temperature sopra media (tra i 7 °C e i 12 °C) che hanno caratterizzato il periodo, l’edizione coreana pare proprio che di glaciale non avrà soltanto il fondo della pista di bob.


Ma col tempo, si sa, tutto è sempre possibile. Perché, eccezionalmente, un clima più mite durante questo periodo dell’anno potrebbe verificarsi anche a PyeongChang nel caso in cui flussi di aria calda e umida dovessero inaspettatamente sopraggiungere da sud-ovest a riscaldare l’atmosfera olimpica.

Del resto, non sono sempre i favoriti a salire sul gradino più alto del podio e a rispecchiare le attese. Gli sportivi lo sanno bene. I meteorologi anche.

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