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  • Susanna Di Lernia

Aprile, dolce dormire


Siamo entrati nel pieno della stagione primaverile.


Sebbene sia marzo il primo mese di primavera meteorologica, questo tuttavia presenta, in genere, molte caratteristiche più tipiche della stagione invernale.

In realtà, quest'anno le temperature registrate a marzo sono state più tipiche del periodo tardo primaverile mentre le piogge hanno prolungato la loro latitanza che affligge le regioni del Nord ormai da diversi mesi.


In aprile le giornate si allungano sensibilmente - e la percezione di questo aumento delle ore di luce è ulteriormente accentuata dal recente passaggio all’ora legale che ci terrà compagnia fino ad autunno inoltrato - il tempo è particolarmente variabile e spesso piovoso ma, quando c’è il sole, le temperature tendono a salire rapidamente, soprattutto nelle ore centrali della giornata.

Da un punto di vista etimologico, la parola aprile è da ricondurre al verbo latino aperire, cioè aprire, in quanto mese che "apre" alla rifioritura dei campi e alla bella stagione.

Esplodono i colori anche in città e ci rendiamo conto all’improvviso di aver aspettato a lungo questo momento e di non vedere l’ora di spogliarci di giacche, sciarpe, cappelli e maglioni pesanti.


La natura si risveglia e... noi invece non faremmo altro che dormire, soprattutto al mattino quando suona la sveglia! Invece di sentirci frizzanti e pieni di energia, ci scopriamo apatici e stanchi apparentemente senza ragione.

E’ famoso quanto antico il detto “Aprile, dolce dormire”, che descrive proprio questa comune sensazione, così come “Aprile, non ti scoprire”, riferito invece agli sbalzi termici e ai repentini cambi del tempo, tipici del periodo.


Naturalmente alcune persone sono più vulnerabili di altre ma, in generale, il nostro fisico ha qualche difficoltà ad adattarsi al nuovo clima.

Il corpo, ancora sintonizzato sulle più rigide temperature invernali, si trova improvvisamente in un ambiente più caldo e deve di colpo aumentare le sue attività funzionali.

Oltre a ciò, la maggiore quantità di luce induce cambiamenti a livello cerebrale, soprattutto nel ritmo sonno-veglia, influenzando sistema immunitario e umore.


Le condizioni meteorologiche instabili e, per molti, le prime allergie da pollini peggiorano ulteriormente la situazione. Da marzo a luglio la concentrazione di pollini cresce soprattutto nelle giornate calde, assolate e ventose perché i pollini sono più leggeri e meglio trasportati nell'aria.


In alcuni casi, purtroppo, il cambio di stagione riacutizza o aggrava malattie preesistenti di varia natura ed entità ed è quindi necessario rivolgersi al proprio medico; in tutti gli altri si tratta di un malessere passeggero per il quale è sufficiente adottare alcuni piccoli accorgimenti che, se pur banali, risultano sempre validi:


Fare più movimento: per la prova costume c’è ancora tempo, ma dedicare mezz’ora al giorno, se possibile, all'attività fisica aiuta il corpo a riattivarsi dopo l'inverno.


Seguire un regime alimentare equilibrato: saltare i pasti indebolisce e rallenta la concentrazione, abbuffarsi, al contrario, aumenta la sensazione di spossatezza; è consigliabile consumare pasti leggeri ma frequenti, ricchi di proteine e vitamine. Questo ci eviterà di dover ricorrere ad integratori.


Dormire il più possibile: più ore di luce non significano necessariamente più ore da passare svegli!

Assecondiamo la richiesta del nostro organismo e riposiamoci appena possibile.

Vestitirsi a strati: gli sbalzi di temperatura sono tra i peggiori nemici della nostra resistenza fisica. Vestiamoci “a cipolla”, in modo da poterci spogliare durante la giornata, e non dimentichiamoci di bere spesso. Un’equilibrata idratazione aiuta, infatti, l’organismo a eliminare le tossine accumulate durante l’inverno e a far fronte alla sudorazione dovuta agli sbalzi termici.


Detto questo, godiamoci la primavera più che possiamo, con i suoi capricci e i suoi inconvenienti, consci del fatto che la rimpiangeremo, e parecchio, all’arrivo del primo vero caldo.


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