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  • Chiara Paganelli

Oggi ho proprio la testa tra le nuvole...


Oggi, giovedì 23 marzo, si festeggia la Giornata Mondiale della Meteorologia del 2017.


In questo giorno cade infatti l’anniversario di entrata in vigore della Organizzazione Meteorologica Mondiale (World Meteorological Organization – WMO) come Agenzia delle Nazioni Unite nel campo della meteorologia, idrologia e le connesse scienze geofisiche. Ogni anno il WMO, in occasione di questa “celebrazione”, propone approfondimenti su diverse tematiche legate al mondo della meteorologia e ai fenomeni ad essa legati.


Il tema di quest’anno è “Understanding Clouds”, ovvero “Comprendere le nubi”, in cui si coglie l’occasione per approfondire e mettere in risalto l’importanza che rivestono le nubi in diversi ambiti. Senza dubbio, la conoscenza dei meccanismi di formazione delle nuvole porta ad avere importanti informazioni per le previsioni meteorologiche, e in particolare per quelle legate alle precipitazioni, che hanno origine proprio dalle nubi stesse. Le nuvole recitano inoltre una parte fondamentale nel ciclo dell’acqua e nella distribuzione delle risorse idriche dell’intero pianeta. Infine, è oggetto di studio il ruolo delle nubi nel processo del cambiamento climatico, essendo queste tra i principali modulatori del riscaldamento in atmosfera: tra gli obiettivi del WMO vi è infatti l’interesse nell’approfondire come le nubi influenzino il clima e come, a sua volta, il cambiamento climatico agisce sulle nubi stesse.


Più alla leggera e di più facile accessibilità, anche per i non addetti ai lavori, nella Giornata Mondiale della Meteorologia viene celebrata la bellezza intrinseca ed estetica delle nuvole che, nel corso degli anni, ha ispirato artisti, musicisti, poeti, fotografi e appassionati.


Innumerevoli foto fornite da meteorologi, osservatori di nubi e fotografi, sono racchiuse nell’Atlante Internazionale delle Nubi (International Cloud Atlas), la cui ultima edizione uscirà in concomitanza della Giornata Mondiale della Meteorologia, dopo una vasta e approfondita revisione da parte del WMO. L’Atlante delle Nubi è stato creato a partire dalla fine del 1800 ed è stato aggiornato diverse volte nel corso dello scorso secolo ed è rimasto in versione cartacea fino a quest’ultima edizione in cui l’Atlante sarà, per la prima volta, accessibile anche dai computer e dai dispositivi mobili, essendo stato reso disponibile in un formato digitale. Non ci resterà quindi che sfogliarlo, anche virtualmente, ed appassionarci delle centinaia di immagini di nubi e di altri fenomeni meteorologici in esso contenuti: arcobaleni, aloni solari, grandine, etc.


E voi, sapete riconoscere una nube?

Per rispondere a questa domanda ci viene in aiuto l’Atlante delle Nubi, che è considerato l’unico e il più completo riferimento autorevole per la classificazione delle nubi e viene utilizzato nella formazione dei professionisti di tutto il mondo meteorologico e dell’aviazione.

Il sistema internazionale di classificazione delle nubi risale al 1803, quando fu proposta dal meteorologo amatoriale Luc Howard.

Attualmente, l’Atlante delle Nubi, riconosce 10 generi che sono definiti in base alla quota a cui le nubi si trovano in atmosfera e a seconda del loro aspetto approssimativo. I 10 generi sono poi suddivisi in specie, a seconda della forma e della struttura interna della nube e in varietà, legate alla trasparenza e alla disposizione delle nuvole, per un totale di circa 100 combinazioni differenti.

I nomi dei 10 generi principali delle nubi contengono prefissi o suffissi latini, che sono rispettivamente collegati all’altezza dal suolo della base della nuvola e all’aspetto della stessa. Si utilizzano i prefissi:

  • Cirro: per le formazioni nuvolose che hanno la base compresa sopra i 6000 metri d


i altezza rispetto al suolo.

  • Alto: per le nubi che si trovano ad altezze comprese tra i 2000 e gli 6000 m

  • Strato: per quelle nuvole la cui base è al di sotto dei 2000 metri di altezza rispetto al suolo

A seconda dell’aspetto della nube, vengono, in alcuni casi, aggiunti i suffissi:

  • Cumulo: per quelle nubi dall’aspetto tondeggiante

  • Strato: quando le nubi sono invece appiattite, a “strati"

Se poi la nube è portatrice di pioggia, si utilizza il prefisso o il suffisso “nembo”.

Si ottengono così i 10 generi principali di nubi:

  1. Cirro

  2. Cirrocumuli

  3. Cirrostrati

  4. Altocumuli

  5. Altostrati

  6. Stratocumuli

  7. Strati

  8. Nembostrati

  9. Cumuli

  10. Cumulonembi

Ad eccezione del cumulonembo, che è una formazione nuvolosa a forte sviluppo verticale e quindi si estende per più di qualche migliaia di metri nell’atmosfera, gli altri generi di nube hanno uno sviluppo in altitudine decisamente più ristretto.


Iniziative in Italia



In Italia, la Giornata Mondiale della Meteorologia viene celebrata a Roma con un evento organizzato dall’AISAM (Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia), in collaborazione con il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, Università Sapienza di Roma e CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche). L’evento è principalmente indirizzato alle componenti della comunità meteorologica nazionale; se anche voi volete festeggiare questa giornata, alzate il vostro sguardo e provate a riconoscere, nel caso ci siano, le nubi sopra di voi.

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