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  • Redazione FOMD

Grazie di tutto Sergio


Come alcuni di voi probabilmente già sanno, due settimane fa è venuto a mancare il Prof. Sergio Borghi, storico Direttore dell’Osservatorio Meteorologico di Milano Duomo (OMD), già di Brera, e Presidente onorario della Fondazione OMD Onlus. Nei primi anni ’80, dopo essere stato a capo del Centro Meteorologico dell’Aeronautica di Milano Linate, si è dedicato a tutti gli effetti all’allora neonata Associazione Osservatorio Meteorologico di Milano Duomo, nell’ambito della quale ha dato impulso allo svolgimento di indagini e ricerche di meteorologia e climatologia applicate ai più svariati campi, collaborando con i più prestigiosi atenei e organismi di ricerca nazionali ed internazionali e impegnandosi nell’attività di divulgazione a tutti i livelli.

In questi giorni abbiamo a lungo pensato a quale fosse il modo migliore per commemorare la sua figura, non solo sotto il profilo puramente scientifico e professionale, già significativo di per sé, ma anche sul piano relazionale e umano, in lui assolutamente non di minore rilevanza. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di raccogliere una serie di pensieri e ricordi personali, che alcuni di noi, che negli ultimi anni hanno avuto modo di lavorare a stretto contatto con lui, si sono sentiti di esprimere nero su bianco, lasciandoli tali e quali alla vostra lettura.

“Sergio è stato il primo meteorologo che ho incontrato in vita mia, verso la fine del 1978, durante una mia visita esplorativa a Linate in preparazione al concorso nell’allora Ruolo Fisici del Genio Aeronautico: la sua cordialità ed il suo entusiasmo hanno certamente reso più facile la decisione di affrontare la carriera nel Servizio Meteorologico. L’ho ritrovato con piacere due anni dopo come mio superiore al 1° CMR di Milano, di cui poco dopo assumeva la piena responsabilità e che ha saputo condurre con signorile sapienza. Dopo la sua uscita volontaria dal servizio attivo in A.M. i contatti sono continuati anche se solo in maniera sporadica, sia presso il CMR che in Osservatorio, per poi riprendere più intensamente quando a mia volta ho lasciato il Servizio. Ho allora avuto modo di conoscere ancora meglio le qualità umane e scientifiche che lo caratterizzavano e che ora determinano il forte rimpianto per la sua perdita. Con Sergio se ne va una pluridecennale fase della meteorologia milanese che ha fatto da cornice a tutta la mia vita professionale: il dispiacere è profondo sul piano umano ed il rammarico intenso per quel bagaglio di esperienza e conoscenza che era, sempre ed ancora, pronto a trasferire con entusiasmo e capacità.” (Pino)

“Impossibile trattenere un sorriso ogni volta che alla mia mente ritorna il suo viso orgoglioso e compiaciuto mentre leggeva la dedica “al mio mentore” scritta sul retro della foto che avevamo fatto insieme il giorno della discussione della mia tesi di laurea, di cui lui era stato correlatore. Era così Sergio Borghi, un uomo la cui immensa cultura e incredibile curiosità nei confronti di un mondo che, dopo 76 anni, ancora non aveva smesso di stupirlo e affascinarlo, erano capaci di sorprendere quasi quanto la grande umiltà e benevolenza con cui era sempre pronto a farsi guida saggia e paterna di chiunque. Una persona che del rispetto e dei principi aveva fatto sempre la sua bandiera, anche a costo di sembrare quasi “ingenuo”nei confronti di una realtà spesso assai meno ideale di come lui la concepisse. Nel cassetto della scrivania conservo gelosamente una lista dei suoi oggetti smarriti nei successivi traslochi, di cui periodicamente veniva a richiederci notizie ricostruendo con dovizia di particolari quale posto occupassero dodici anni fa nella di allora sede dell’Osservatorio, senza capacitarsi del perché non se ne sapesse più nulla. Chissà, magari adesso da lassù finalmente potrà ritrovarli. Ci mancherà moltissimo, Prof. Borghi.” (Pamela)

“Ho conosciuto il professor Borghi nel 2008, quando ho iniziato a lavorare presso l’Osservatorio Meteorologico di Milano Duomo, ma la sua fama nel ramo della meteorologia l’aveva preceduto. Da subito si è mostrato come un uomo di altri tempi, sia nell’approccio al lavoro sia nel modo di interfacciarsi con le persone. La sua cultura e i suoi interessi spaziavano dai più diversi ambiti, dall’arte alla cucina, dalla matematica alle isole greche, queste ultime passione di entrambi. Davvero sembrava non esserci argomento che lo lasciasse senza parole, ma al tempo stesso non ti faceva mai sentire fuori posto o inadeguato. Vederlo entrare dalla porta con la sua valigetta ciondolante portava sempre una ventata di buonumore, anche se quel giorno avevi pianificato di dedicarti completamente ad un determinato lavoro e, invece, venivi inesorabilmente coinvolto nella ricerca di qualche libro scomparso o nel racconto di qualche strano aneddoto… aneddoti che ora costudiamo tutti come un prezioso e malinconico ricordo. Arrivederci, professor Borghi.” (Samantha)

“Ho avuto l’occasione di conoscere il Professor Borghi in ambito professionale, essendo entrata a far parte negli ultimi anni del team di lavoro dell’”Osservatorio Meteorologico di Milano Duomo”, di cui il Professor Borghi era Direttore. Il mio ricordo di lui non è però solo legato al mondo lavorativo, alla sua vasta conoscenza in materia scientifica e meteorologica e alla passione intellettuale che metteva in ogni cosa. Ricordo, con affetto, il Professor Borghi come un uomo buono, gentile, sempre sorridente, disponibile nei confronti di noi dipendenti sia in ambito lavorativo quando gli si andava a chiedere una consulenza, sia quando, durante le pause pranzo, si metteva ai fornelli e cucinava per noi. Era talmente attento da metterti da parte una porzione di una pasta speciale portata dalla sua Lunigiana (i testaroli) perché tu quel giorno non c’eri, e cucinarli solo per te il giorno successivo. E tu, che i testaroli proprio non amavi, li mangiavi lo stesso volentieri, perché cucinati con quell’umanità e quel sorriso, propri del Professor Borghi, ma per nulla scontati in un rapporto di lavoro dove tu eri l’ultima arrivata e lui il punto di riferimento, ormai da tanti anni, dell’Osservatorio Meteorologico di Milano Duomo.” (Chiara)

“Per quanto possa sembrare retorico, è impossibile aver avuto la fortuna di conoscere personalmente Sergio Borghi senza conservarne un piacevole ricordo. È stato per me un grande onore, negli anni in cui abbiamo lavorato insieme, poter conversare con lui di scienza, arte, storia, musica, viaggi, cucina. Era un pozzo di cultura, davvero, senza essere mai presuntuoso o saccente. Veniva naturale rivolgersi a lui per un consiglio, un parere, un giudizio. Sapevi quando entravi nel suo ufficio, ma non potevi mai sapere in anticipo quando ne saresti uscito. Nonostante questo, o forse anche proprio per questo, nessuno di noi ha mai smesso di farlo. Sapeva raccontare e affascinare, riusciva a trasmettere passione e curiosità. Ottimista e allegro per natura, ricordiamo tutti talmente bene la sua risata, così frequente, da poterla imitare con facilità anche a distanza di tempo. Si è sempre rivolto a noi con enorme rispetto e delicatezza. Un uomo di altri tempi, dicevamo, e probabilmente lo era davvero. Ci mancherai Sergio, tanto.” (Susanna)

“Aver conosciuto Sergio, il professor Borghi, è stato un piacere e una sorpresa perché con lui non c’era progetto o idea che non meritasse attenzione; ricordo ancora il giorno in cui arrivai in ufficio con in mano tre piccole schede a circuito stampato e con aria di sfida dissi: “Ecco, vi presento il futuro delle stazioni meteo!!”. Sergio non mi prese in giro come forse meritavo, ma si volle informare di cosa si trattava, e faceva bene perché quelle tre schede, che io conoscevo appena, erano l’inizio di una rivoluzione vera, la possibilità di realizzare sistemi di controllo e misura anche complessi alla portata di tutti secondo la filosofia del codice aperto.” (Savino)

“Sono l’ultima, non voglio ripetere e sottoscrivo tutto. Sono arrivate in Osservatorio tante testimonianze di profondo affetto per Sergio oltre che di stima professionale. Me lo aspettavo e mi sono commossa: Sergio è stato una persona così particolare e unica dal punto di vista umano. Suoi studenti, colleghi di vari enti e istituzioni, ricercatori, tutti hanno ricordato e ringraziato Sergio per il suo calore, l’entusiasmo e la passione contagiosi, la delicatezza e il profondo rispetto in ogni rapporto. Voglio condividere un ricordo recente e un proposito, in omaggio al suo entusiasmo per la vita e la sua curiosità intellettuale che lo hanno sostenuto fino alla fine.

Sergio: “Cristina, devo fare la PET. Ho scoperto che mi irraggeranno con i positroni.”

Cristina: “Sei preoccupato ? È sicuramente collaudata.”

Sergio: “NO NO, sono sorpreso. Ma ci pensi??? Useranno particelle di antimateria!!! ANTI-MA-TE-RIA!

Mi irraggeranno con l’antimateria ! Pazzesco, sono proprio curioso.”

Non dobbiamo solo ricordarlo ma seguire le sue orme. Come? Più facile a dirsi che a farsi…

CIAO SERGIO” (Cristina)

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