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  • Susanna Di Lernia

Oggi ho mal di tempo


C'è chi diventa nervoso quando scoppia il temporale e chi ha l'emicrania mentre soffia il vento. C’è chi si sente depresso durante l’inverno e chi invece sta male durante l’estate.

Sono ben tredici milioni gli italiani che soffrono a ogni variazione di clima. Di questa sindrome sempre più diffusa, la meteoropatia, e di quanto il mal di tempo esista dunque davvero, ne avevamo abbiamo già parlato.


Il problema, negli ultimi anni, sembra essere in costante aumento; questo perché aria condizionata e riscaldamento, in un certo senso, “impigriscono” il sistema di termoregolazione corporea – il nostro "termometro interno" che, mantenendo costante la temperatura del corpo e regolando i processi di produzione e dispersione del calore permette all'organismo di adattarsi alle variazioni climatiche – rendendolo meno allenato a reagire ai bruschi e sempre più frequenti cambiamenti del tempo. A peggiorare la situazione interviene anche lo stile di vita: lo stress riduce notevolmente la resistenza e l'adattabilità del soggetto alle stimolazioni esterne, comprese quelle atmosferiche.


I fenomeni che possono generare la meteoropatia sono tanti: vento, temporali, umidità, temperatura.

Anche se è più immediato credere che la stagione più a rischio, da un punto di vista psicofisico, sia l’inverno, è in realtà durante la stagione estiva che compaiono i maggiori problemi.

Sappiamo bene che quando fa troppo caldo il fisico ne risente: non solo lui, però, anche la mente potrebbe subire qualche contraccolpo “poco simpatico”.

In un post precedente, avevamo già infatti accennato al rapporto che sembrerebbe esserci tra caldo e aggressività, ma è bene sapere che anche ansia e depressione subiscono un loro acutizzarsi dei sintomi.


Perché avviene questo? Le cause sono legate principalmente a temperature elevate ed eccesso di luce.


Le condizioni climatiche estive (afa, umidità e in alcuni casi anche l’inquinamento), contribuiscono alla creazione di situazioni che possono essere facilmente scambiate con i sintomi tipici dell’ansia: eccessiva sudorazione, capogiri, spossatezza, sensazione di soffocamento, fame d’aria, svenimento, debolezza, tachicardia, grave insonnia, sensazione di testa vuota, sbandamento. Se non riconosciuti come effetti tipici della calura estiva, questi disturbi possono fomentare un circolo vizioso che alimenta lo svilupparsi della sintomatologia ansiosa. Ne sono vittime più di tutte le persone già predisposte all’ansia, ma in alcuni casi anche quelle che non hanno mai avuto esperienze di questo genere. La maggior parte di queste ultime si rende conto che i disturbi fisici sopra elencati non sono altro che conseguenza del tipico clima estivo e li vive come fattori disturbanti e fastidiosi, senza farsi prendere dalla paura e dall’agitazione. Chi invece soffre, o ha già sofferto di ansia in passato, riconoscendone i sintomi, per paura di un attacco di panico, si agita e sta male. Questo è bene tenerlo a mente.


La luce in eccesso invece aumenta la produzione di serotonina e, anche se è vero che aiuta i depressi stagionali a livello di umore creando una positività che il buio nega loro, aumenta lo stato di eccitazione mentale di coloro i quali sono invece affetti da una depressione di tipo maniacale che, in estate quindi, possono avere un contraccolpo che si manifesta con superattività, logorrea, comportamenti depressivi, che sono il contraltare dei sintomi depressivi che siamo abituati a considerare.

I disturbi dell’umore in fase di depressione maniacale o esaltazione, possono coinvolgere comportamenti che vanno dall’eccessivo dispendio economico sotto saldi (per la gioia di molti negozianti) a veri e propri gravi squilibri, tendenti alle psicosi nelle quali è coinvolto il sistema nervoso.

Diversi reparti di psichiatria subiscono, in estate, ricoveri in numero maggiore a causa del caldo ma anche della luce, quindi.


In tutto questo, un ruolo importante e da non sottovalutare va assegnato alla corretta idratazione (ricordiamo tutti i servizi dei telegiornali nei quali si consiglia di bere molta acqua, vero?), dato che secondo psichiatri e neurologi, le variazioni di umore stagionali sono legate alla pressione e alle variazioni di flusso sanguigno a livello cerebrale. La disidratazione aumenterebbe il disagio psichico e va quindi contrastata con un apporto notevole di acqua, almeno un litro e mezzo al giorno e, secondo i casi specifici, anche di più.

Come già abbiamo tenuto a precisare, la meteoropatia non è un problema immaginario bensì una vera e propria patologia che non va confusa con una semplice e più ovvia correlazione tra alcuni fattori climatici e il proprio umore. Sentirsi più tristi durante una giornata uggiosa non significa affatto soffrire di meteoropatia, intendiamoci. Si tratta più spesso di una “scusa” per nascondere una già presente situazione di disagio, di qualsiasi natura esso sia.


Se però siete curiosi di sapere quanto siete effettivamente influenzati dal fattore tempo, è stato messo a punto un semplicissimo test che potete svolgere autonomamente e in tutta tranquillità a casa vostra. Sedetevi comodamente in una stanza a temperatura media (intorno ai 20°C) e misurate il calore della mano, stringendo nel palmo un termometro digitale. I valori normali dovrebbero aggirarsi intorno ai 32°C - 34°C. Con la stessa mano stringete quindi una formella ghiacciata (vanno benissimo quelle utilizzate per le borse frigo) per due minuti circa, passati i quali, la temperatura della vostra mano dovrebbe aggirarsi intorno ai 22°C – 24°C. A questo punto, misurate la temperatura ogni minuto e verificate il tempo necessario per tornare ai 32°C -34°C di partenza.

RISULTATI:

SOTTO I 6 MINUTI: nessun problema

TRA I 6 E I 10 MINUTI: siete meteorosensibili

OLTRE I 10 MINUTI: potreste essere effettivamente meteoropatici


La meteoropatia non è comunque una condanna a morte, sia chiaro. Si tratta, come per ogni cosa, di conoscere il problema per aiutare se stessi a stare meglio. Sono infatti moltissimi e sempre più diffusi i rimedi (omeopatia, fiori di Bach, fitoterapia, agopuntura…) che possono aiutare ad alleviare i sintomi. Non bisogna fare altro che trovare il più adatto a noi stessi.

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