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  • Cristina Lavecchia

“Altro che riscaldamento globale, fa freddo…”


In questi giorni alcuni media e comuni cittadini appaiono alquanto disorientati da un calo delle temperature al di sotto delle aspettative più che delle medie stagionali.

Si parla sempre più frequentemente dell’emergenza implicata dal cambiamento climatico in atto e lo si confonde con il riscaldamento globale del pianeta.


Il fatto che la Terra si stia ogni anno surriscaldando sempre più, in media considerando l’intero globo, non vuol dire che localmente si abbia lo stesso effetto. Semplificando molto, questo surriscaldamento planetario mette in gioco un surplus di energia che il sistema climatico (atmosfera + oceani + ...) dissipa attraverso meccanismi variabili da regione a regione e che possono consistere ad esempio in variazioni del regime di precipitazioni (da continentale a tropicale, da umido a siccitoso, …), nell’aumento del numero e dell’intensità di eventi estremi (forti venti, nubifragi, ondate di calore… per citare quelli che caratterizzano le nostre di regioni).


Cambiamento climatico significa che sta variando il clima e il clima lo si misura considerando periodi trentennali ben codificati dall’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (CLINO Climatological Normal): 1961-1990, 1971-2000; 1981-2010 e, a breve, 1991-2020.

Ecco quanto misurato in Milano Centro negli ultimi CLINO per quanto riguarda la temperatura:


Nel trentennio sono significativamente aumentate non solo le temperature medie climatiche di quasi 1°C rispetto al 1961-1990 ma anche le temperature minime e massime giornaliere in estate, con tutto quello che comporta in termini di disagio termico e ondate di calore.


A livello meteorologico dobbiamo restringere il campo temporale di osservazione e valutazione: dal trentennio al singolo anno o singola stagione o addirittura singola giornata. Fa parte della normale variabilità meteorologica un anno, una stagione, un mese più caldo/freddo o più secco/piovoso.


Quello che segue è l’andamento delle temperature medie annue dall’inizio del secolo scorso fino ai giorni nostri (linea BLU): a vista si riconoscono le annate mediamente più calde e quelle mediamente più fredde: l’oscillazione rispetto ad un valore medio di più lungo periodo costituisce la variabilità meteorologica.

Quello che si osserva dal medesimo grafico è però che l’oscillazione della variabilità meteorologica sta avvenendo man mano rispetto a temperature medie di riferimento (linea VERDE) sempre più alte.


Inoltre il periodo di riferimento entro cui il clima mantiene una sua costanza al di là della variabilità meteorologica (periodo tra 2 “change point” - linea ROSSA), sembra divenire sempre più corto almeno per le temperature.

Sono queste due ultime considerazioni che mostrano un surriscaldamento anche a livello locale delle nostre città e un’alta velocità del cambiamento climatico.

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