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  • Susanna Di Lernia

Estate all'italiana


E alla fine è arrivata l’estate. Se, sulla carta, quella meteorologica è cominciata ufficialmente solo giovedì scorso 1 giugno, secondo l’andamento delle temperature si direbbe invece che quest’anno abbia fatto la sua comparsa con almeno qualche settimana di anticipo.

In ogni caso, alcuni di voi la aspettavano da tempo, qualcuno invece alla sola idea del caldo accende l’aria condizionata e già conta i giorni che mancano all’avvio dell’autunno.

Questo probabilmente dipende, oltre che dalla propria personale percezione della temperatura, anche dal luogo in cui si vive. In zone diverse dell’Italia, infatti, le estati sono sensibilmente altrettanto diverse.


Il nostro Paese, a metà strada tra equatore e polo nord, occupa la parte meridionale dell’Europa e rientra quasi interamente nell’area climatica mediterranea.

Data la maggiore estensione in latitudine della penisola e data la sua complessa orografia, le condizioni climatiche variano notevolmente da zona a zona e possono essere raggruppate in tre categorie fondamentali: clima di montagna (che caratterizza la catena alpina e le parti più interne degli Appennini), clima continentale (tipico della pianura Padana) e clima mediterraneo (fortemente caratterizzato dall’influenza del mare).

Alpi e Appennini condizionano il percorso delle perturbazioni e interagiscono con i venti dominanti, esponendo o meno un settore ad un determinato tipo di circolazione; a questo si deve aggiungere l’azione mitigatrice del Mar Mediterraneo.


L’estate in Italia


In estate generalmente sull’Italia prevale l’azione diretta dell'anticiclone delle Azzorre (anche se dagli anni ’90 in poi è fortemente aumentata la frequenza di risalita dell’anticiclone Africano).

Di contro, le discese fredde di aria polare marittima e/o continentale sono piuttosto rare.

La debole circolazione anticiclonica fa sì che l'aria ristagni anche per lunghi periodi, mentre il fenomeno della subsidenza - cioè il lento abbassarsi degli strati d’aria superiori e la conseguente compressione di quelli a contatto col suolo - ne provoca un graduale surriscaldamento.

Queste condizioni contribuiscono, unitamente al cielo sereno e alla maggiore elevazione del Sole sull'orizzonte, a far salire sensibilmente la temperatura, specialmente laddove il surriscaldamento trova condizioni ambientali più favorevoli (per esempio nella Pianura Padana, dove la ventilazione è pressoché assente, e nelle regioni meridionali della Penisola).

Ecco perché il caldo dovuto alle condizioni anticicloniche è inizialmente piuttosto torrido, ma dopo alcuni giorni diventa afoso se non addirittura opprimente.


La circolazione messa in atto dai due grandi centri d'azione (anticiclone delle Azzorre da una parte e anticiclone Africano dall’altra) non esclude la possibilità di temporanei passaggi di aria fredda dai passi alpini. In questi casi si innescano, specialmente sull'Italia settentrionale, temporali dovuti sia ad una azione di carattere dinamico - legata cioè al tipo di moto dell'aria fredda in transito - sia ad un azione di carattere termico - conseguenza del forte riscaldamento del suolo.


Intorno alla seconda metà del mese di agosto, la circolazione atmosferica spesso inizia ad assumere, per qualche giorno, caratteristiche di maggiore instabilità. Si tratta di uno o talvolta due episodi di maltempo, in successione, nel giro di una settimana: le cosiddette burrasche di ferragosto. Terminate le “sfuriate”, l'estate riprende il suo corso, anche se in tono minore, e può durare anche a lungo, a volte per diverse settimane.


Queste sono le linee generali, anche se negli ultimi anni ci siamo abituati ad andamenti che molto si discostano dalla media del trentennio di riferimento (1971-2000).


Riferendoci sempre all’Italia, le tre estati appena trascorse (2014, 2015 e 2016) hanno avuto un’evoluzione molto diversa tra loro.

Complessivamente, l'estate 2016, che ha visto prevalere l’azione dell’anticiclone delle Azzorre, è stata mediamente di quasi un grado più calda rispetto alla media del periodo 1971-2000. Più nel dettaglio, ha fatto caldo al Centro Nord, mentre al Sud hanno prevalso anomalie negative.

L’estate 2015 è stata invece un susseguirsi di ondate di calore causate dall’azione persistente dell’anticiclone Africano, con temperature ai massimi storici in diverse località - specialmente lungo le Alpi – e precipitazioni molto inferiori al normale.

L’estate 2014, dopo un luglio fresco e straordinariamente piovoso, ha visto proseguire – sebbene in maniera un po’ attenuata - l'anomala persistenza di flussi atlantici umidi e instabili verso il Nord Italia anche durante il mese di agosto. Il trimestre estivo si è così chiuso con temperature nel complesso leggermente sotto media sulle regioni settentrionali, quantità e frequenza delle precipitazioni elevate (tuttavia in generale non eccezionali), in netto contrasto con la situazione a scala globale.


Alcuni siti web hanno già diffuso le tendenze per l’imminente stagione estiva che sembrerebbe essere leggermente più calda della norma nella sua parte iniziale e più in linea con le medie stagionali nei mesi seguenti. Non dimentichiamo però che l’attendibilità di queste proiezioni è piuttosto relativa, quindi non ci resta che stare a vedere...

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