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  • Susanna Di Lernia

Il sole è arrivato in città


È arrivata l’estate e, con lei, gli ormai classici spot dei solari: spiagge bianchissime, mare cristallino, volti sorridenti, pelle ambrata. Il sole stimola la produzione di endorfine aumentando il buonumore, migliora la circolazione e il metabolismo, attiva la produzione di vitamina E e D e ci rende più belli, ma per un’abbronzatura e una pelle perfette – ormai lo sanno tutti – l’utilizzo regolare di creme solari è d’obbligo. Secondo gli ultimi studi sui danni causati dal sole, infatti, chi fa un uso regolare di filtri dimostra 4 anni in meno della propria età.


Il sole, però, non aggredisce la nostra pelle solo al mare o in montagna; esistono infiniti scenari quotidiani di “sole involontario” anche in città: una sosta prolungata alla fermata dell’autobus, una camminata verso l’ufficio, un tragitto in scooter o in bicicletta, una sosta al bar per la pausa pranzo. Al sole cittadino si aggiunge, inoltre, lo smog che amplifica i danni, provocando la comparsa di irritazioni, eritemi e scottature.


Non c’è niente di più sbagliato del credere di dover applicare la crema solare solo in condizioni di sole forte. La concentrazione di raggi UVA (responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle, reazioni allergiche, alterazione delle risposte immunitarie dell’organismo e melanoma) è costante durante tutto l’anno. Tutti i giorni, compresi quelli coperti da nubi. Gli UVA costituiscono circa il 95% della radiazione ultravioletta che arriva sulla superficie terrestre e penetrano nella pelle in profondità. Hanno un’energia inferiore agli UVB e per questo sono considerati erroneamente meno dannosi, benché più insidiosi.


La concentrazione dei raggi UVB, che sono perpendicolari alla terra, aumenta invece nella bella stagione. Pur penetrando meno in profondità nella pelle sono responsabili di scottature e colpi di sole e non ci risparmiano solo perché siamo in città.


L’Indice Universale della Radiazione UV Solare (UVI) descrive il livello di radiazione UV solare che raggiunge la superficie terrestre in una certa area. I valori dell´indice partono da zero e vanno a salire: più è alto il valore dell´indice, maggiore è il potenziale di danno per la pelle e per gli occhi e minore è il tempo necessario perché detto danno si verifichi. L´Indice UV è stato concepito nell´ottica di aumentare la consapevolezza della popolazione sui rischi di una eccessiva esposizione alla radiazione solare ed è stato sviluppato nell´ambito di una collaborazione tra l´Organizzazione Mondiale della Sanità, il Programma per l´Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP), l´Organizzazione Meteorologica Mondiale e la Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non-Ionizzanti (ICNIRP).


I livelli di radiazione UV e quindi i valori dell´indice variano nell´arco della giornata. Il massimo si raggiunge durante un periodo di quattro ore centrate sul mezzogiorno solare che, a seconda della località geografica e dell´applicazione o meno dell´ora legale, cade tra il mezzogiorno locale e le 2 del pomeriggio.


L´indice UV non tiene conto, nella valutazione del rischio di danno alla pelle, delle specifiche caratteristiche dei soggetti esposti; per stimare con maggiore accuratezza il rischio è necessario considerare sia il livello di esposizione che le caratteristiche individuali (essenzialmente rappresentate dal fototipo).


Nella nostra regione i valori più elevati di UV vengono raggiunti tra le ore 12 e le ore 15 con il picco stimabile intorno alle ore 13. Ovviamente in condizione di cielo sereno: se alle ore 13 il cielo è nuvoloso mentre alle 15 è sereno il picco più alto può essere raggiunto alle ore 15.


L’unico modo per proteggere il nostro corpo ai raggi del sole è l’uso regolare di creme su tutte le parti esposte al sole.


Non è, però, sempre necessario scegliere schermi protettivi molto alti in città. Uno dei fattori discriminanti per i danni cutanei è, infatti, la durata di esposizione al sole. Se è inferiore all’ora, è meglio optare per un fattore di protezione molto più basso.

Se si usa uno schermo totale tutti i giorni, l’organismo potrebbe perdere l’allenamento a produrre melanina. L’esposizione ai raggi UV non ha, infatti, soltanto effetti negativi. Queste radiazioni hanno – come anticipato all’inizio – un ruolo importante nella sintesi organica di vitamina D, sostanza coinvolta nello sviluppo dello scheletro.

La regola è quindi quella di evitare prolungate esposizioni ma di non eliminarle totalmente. Diversamente potrebbe rendersi necessaria l’assunzione di integratori di vitamina D, naturalmente sotto consiglio medico.


Per gli amanti della tintarella, poi, ecco qualche piccolo, magari anche ovvio, accorgimento da tenere presente:

  • evitare l’esposizione nelle ore della giornata in cui i raggi solari sono più potenti, tra le 12 e le 15;

  • prendere il sole con gradualità per evitare di traumatizzare la pelle;

  • evitare l’esposizione prolungata, perché la discriminante per i danni cutanei è la sua durata;

  • proteggere il corpo con gli indumenti e la testa con cappelli e bandane;

  • mantenere idratato il corpo bevendo molta acqua;

  • utilizzare creme solari che abbinino allo schermo protettivo anche antiossidanti per combattere l’invecchiamento cutaneo;

  • spalmare la protezione solare almeno un quarto d’ora prima di esporsi al sole;

  • applicare più volte le creme durante l’esposizione, soprattutto dopo il bagno o la doccia, dato che la protezione ha una durata media di due ore;

  • spalmare i prodotti in modo omogeneo sul corpo senza massaggiare, perché il massaggio favorisce la penetrazione del prodotto e ne diminuisce così il fattore protettivo.

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