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Giuseppe Frustaci

Fondazione OMD al convegno WMO



Dal 8 al 11 ottobre si è svolta la 17ma edizione della biennale Technical Conference (TeCo) della Commissione Strumenti e Metodi Osservativi (CIMO) dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO). Organizzata dal Servizio Meteorologico Olandese (KNMI) nell’ampia sede fieristica di Amsterdam, la conferenza è stata affiancata come è ormai abitudine dall’affollata esposizione commerciale dell’industria specializzata in strumentazione e servizi a carattere meteorologico, Meteorex, oltre che da parallele riunioni e workshops di varia natura ma sempre connesse con le attività della CIMO (in particolare HEMEI, GEWEX, SATCOM).


Brillantemente condotta dal Presidente della Commissione, lo svizzero Calpini, la conferenza ha avuto anche la presenza del Secretary General del WMO, Petteri Taalas, che ha illustrato il progetto di ristrutturazione organizzativa in corso del massimo ente meteorologico mondiale. Gli abstracts inviati sono stati 220 e si sono concretizzati in decine di presentazioni verbali e una sessantina di poster, che hanno coperto un po’ tutti gli aspetti relativi alla strumentazione e alle osservazioni, da quelle più classiche (dove per i paesi in via di sviluppo il passaggio dai termometri a mercurio a nuovi sensori digitali è ancora problematico) a quelle più moderne ed innovative, come nuove tipologie di Lidars per i profili troposferici di temperatura e umidità e l’annunciata esplosione numerica dei Nanosatellites per applicazioni atmosferiche.


La Fondazione vi ha partecipato con due poster. Il primo ha riguardato i metodi di calibrazione e gestione tecnica della rete di misure urbane Climate Network®, ispirati a rigorosi criteri metrologici per l’ottenimento di affidabili misure d’impiego climatologico oltre che meteorologico, oltre ai non trascurabili aspetti di sostenibilità ed economicità gestionale. Il secondo si è invece concentrato sull’elaborazione di una corretta metodologia di studio del fenomeno dell’Isola di Calore urbana presentando anche i primi risultati ottenuti su Milano relativi al 2017.


Nell’ambito della Conferenza la tematica della meteorologia urbana, pur dichiarata di rilevante importanza in diversi consessi internazionali (tra cui ad esempio il GCOS: Global Climate Observation System, uno dei più rilevanti programmi del WMO), era ancora pochissimo rappresentata. Tuttavia l’impatto del clima urbano, non solo sul benessere dei cittadini ma addirittura sul clima di intere regioni (vedi settori orientali della Cina), è ormai evidente in maniera preoccupante, come emerso da alcune presentazioni e anche da discussioni nelle diverse “Panel discussions”. Da qui evidentemente l’importanza di stabilire climatologicamente e non solo operativamente corrette procedure di misura dello Strato Limite Urbano (UBL), tema su cui però di fatto solo i lavori della Fondazione si sono soffermati. Il problema appare tanto più delicato in quanto la diffusione di sensori di basso costo e la necessità del loro impiego in attività operative del più diverso genere potrà produrre una massa di dati notevole per il monitoraggio e lo studio, anche in termini climatologici, dell’atmosfera urbana: un tesoro informativo che rischia però di essere inutile proprio per l’aspetto oggi più delicato, quello dei mutamenti climatici, a causa della scarsa attenzione agli aspetti “metrologici”. E ciò nonostante l’impegno del WMO e del BIPM, che tra l’altro attraverso EURAMET si è concretizzato già in due progetti successivi (ora conclusi) sulla Metrologia per la Meteorologia e la Climatologia (MeteoMet), nell’ambito dei quali la Fondazione ha operato in qualità di collaboratore. Sugli stessi temi continuerà anche in futuro l’impegno di Fondazione OMD, con l’ambizioso obiettivo di fornire utili contributi agli Expert Teams del CIMO, anche per un aggiornamento della fondamentale CIMO Guide nr. 8 per gli aspetti relativi alle misure in ambito urbano.




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