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  • Chiara Paganelli

L'attenzione dei G7 ai cambiamenti climatici


Sotto la guida della Presidenza Italiana, si è svolta a Milano nei giorni scorsi (5-6 novembre 2017), la Riunione dei Ministri della Salute dei Paesi del G7. Al Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano si sono infatti riuniti i Ministri competenti di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Usa, insieme al commissario Ue alla Salute e ai direttori di Oms, Fao, Oie, Ocse ed Efsa, per discutere di temi quali l’impatto dei fattori climatici ed ambientali sulla salute, la salute delle donne e degli adolescenti e la resistenza antimicrobica.



È la proprio la prima tematica, che riguarda l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute umana, quella sulla quale vi è stata maggiore discussione: tutti gli Stati del G7, nonostante gli Stati Uniti d’America mantengano una posizione diversa sull’Accordo di Parigi, sono stati concordi nell’affermare che clima e inquinamento incidono sulla salute delle persone e degli animali, aggravando i rischi sanitari già esistenti e portando a nuove minacce. Ne sono un esempio i casi di Chikungunya registrati in Italia, dovuti alla diffusione di insetti vettori di malattie in aree dove prima non erano presenti, a causa del cambiamento climatico.


Le premesse al G7

In vista del G7, Flavia Bustreo, vicedirettore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sottolineava l’enorme impatto che i cambiamenti climatici hanno, a livello mondiale, sulla salute umana: sono stati infatti registrati 250mila morti in più all’anno legati al cambiamento climatico, 7 milioni di morte aggiuntive dovute all’inquinamento atmosferico e l’innalzamento delle temperature ha portato cambiamenti nella diffusione di vettori (insetti, ad esempio) portatori di malattie infettive come malaria e dengue.


Nei documenti preparati dal Ministero Italiano della Salute in prospettiva del G7 veniva inoltre

evidenziato come “il cambiamento di frequenza degli eventi estremi come ondate di calore, precipitazioni eccezionali e siccità ha effetti diretti sulla salute di esseri umani e sugli animali. Picchi di mortalità sono stati registrati nelle fasce della popolazione più fragili e vulnerabili. Gli impatti sull’ambiente hanno effetti indiretti sulla salute umana e degli animali, anche alterando le condizioni di vita e lavoro”.


I “buoni propositi”del G7


In questo G7, per affrontare i rischi connessi ai cambiamenti climatici e all’inquinamento atmosferico, si è quindi lavorato per mettere a punto azioni coordinate all’interno dei paesi partecipanti e non. Tra queste, vi sono il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza, che identificano e analizzano le emergenze, e la promozione dell’utilizzo di sistemi di allerta a partire da condizioni meteorologiche e climatiche che possonco provocare situazioni di rischio. Viene inoltre riconosciuta l’importanza della condivisione, a livello pubblico e professionale, delle informazioni relative agli impatti del clima e dell’inquinamento sulla salute umana e viene inoltre favorito lo scambio di dati, “best practices”, tecnologie sia nella comunità urbana e rurale che negli ambienti di lavoro. Risultati positivi potranno essere raggiunti in settori quali quello ambientale, dell’istruzione, della ricerca interdisciplinare, del trasporto, energetico e finanziario, della pianificazione urbana sostenibile, dei servizi sanitari, etc... In tal modo, il G7 potrà contribuire ad affrontare gli impatti sanitari dovuti all'inquinamento dell'acqua, dell'aria e del suolo, andando a limitare il numero di decessi e riducendo le malattie croniche, quali tumori, malattie cardiovascolari e polmonari e diabete.

Last, but not the least, i Ministri dei G7 hanno riconosciuto l’indispensabilità di ridurre le emissioni su scala globale e quindi l’esposizione umana all’inquinamento atmosferico, in particolare nelle aree urbane. Si prevede di promuovere soluzioni innovative, come lo smart working, la mobilità sostenibile e l’utilizzo di energia pulita.


La posizione di Fondazione OMD

Le tematiche relative ai cambiamenti climatici, agli impatti che questi hanno sulla salute umana e agli eventi meteorologici estremi, sono tra gli argomenti di maggiore interesse per Fondazione OMD.


A tal proposito, abbiamo recentemente condotto uno studio, in collaborazione con ISS (Istituto Superiore di Sanità), presentato a Roma ad inizio ottobre al “19° Simposio Internazionale sull’inquinamento ambientale e i suoi impatti sulla vita nella regione del Mediterraneo”, inerente al surriscaldamento delle città italiane negli ultimi 50 anni. Tra i dati analizzati, è emerso un incremento degli episodi di ondate di calore: solo a Milano centro città, nelle ultime 20 estati (1998-2017), sono stati registrati 50 episodi di ondate di calore, per un totale di 208 giorni.


Inoltre, la rete di stazioni meteorologiche Climate Network (CN), di cui è dotata Fondazione OMD, permette di registrare dati meteorologici in molti centri urbani della nostra Penisola. Questo ci consente di rilevare eventi estremi, come il nubifragio avvenuto a Roma il 10 settembre 2017 in cui sono stati misurati 73 mm di pioggia, precipitati in 2 ore. La rete CN è in grado di monitorare particolari situazioni meteorologiche, come il periodo siccitoso che ha caratterizzato lo scorso mese di ottobre nel Nord Italia: le nostre stazioni di Torino e Alessandria non hanno misurato mai pioggia in 31 giorni, in controtendenza rispetto alle caratteristiche tipiche del periodo autunnale, da sempre uno dei più piovosi dell’anno.


Ricordando le parole di Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale

dell’Organizzazione mondiale della Sanità ("noi dipendiamo dal nostro pianeta che ci dà cibo, acqua, aria. Ma le interazioni con il nostro ambiente minacciano la nostra esistenza. In tutto il mondo l'aria, l'acqua e il suolo sono sempre più inquinati, e minano la salute di miliardi di persone"), dobbiamo tutti prendere coscienza che le nostre azioni odierne si ripercuoteranno sull’ambiente del futuro. E’ quindi di fondamentale importanza iniziare a mettere in atto, già da oggi e ognuno nel suo piccolo, azioni di mitigazione per lasciare un ambiente più pulito e più sano ai futuri abitanti della Terra.

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